I
RIFIUTI SONO RISORSE. LA RACCOLTA DIFFERENZIATA:
UNA SCELTA INTELLIGENTE E REDDITIZIA (Ma che ve lo dico a fare?)
Lo scrivevo nel 2007, ma - a distanza di tutti questi anni - le cose a Genova non mi pare siano poi tanto cambiate anche in tema di raccolta differenziata!
Nel frattempo è nata e si è affermata l'economia circolare dove è stata definita chiaramente la gerarchia dei rifiuti -
prima la riduzione (prevenzione e riuso) poi il riciclo -
sono stati aggiornati i vari obiettivi di raccolta differenziata da raggiungere nei vari step temporali,
sono nate nuove tipologie di impianti per il riciclo di frazioni prima non trattabili (es. pannolini e
pannoloni),la normativa si è evoluta e ampliata (anche
verso la diminuzione dei prodotti monouso),
ma a Genova siamo sempre fermi al palo.
Solo per citare gli ultimi anni la percentuale di raccolta differenziata è passata dal 34.22 del 2017 al 35,52 del 2020, con una crescita di solo l'1%
e ben lontana dal 65% degli obiettivi dichiarati dall'amministazione nel 2017 (e da raggiungere entro un anno!) pure da quelli di legge
(che il 65% lo poneva come obiettivo per il 2012!).
Ogni anno subiamo ingenti sanzioni per i mancati risultati raggiunti(il Comune ha pagato poco meno di 800 000 euro a titolo di ecotassa in relazione
alle percentuali di riciclo e recupero registrate nell'anno 2020, circa 30 000 euro a punto percentuale) e Genova è una delle
città con i risultati più bassi e la TARI sesta in Italia e più alta fra le città metropolitane del Nord (dati 2021).
qui qualche informazione)
E allora cosa c'è che non va?
Di seguito riporto quanto scrivevo nel 2007: non ho cambiato una virgola ... ma non vi pare che le considerazionio che facevo siano altrettanto valide
anche oggi, e forse anche di più?
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Per risolvere il problema dei rifiuti facendo crescere
sensibilmente la raccolta differenziata serve il contributo e lo sforzo congiunto di tutti.
Non si può però soltanto appellarsi al senso civico delle persone e delle imprese: il Comune deve aiutare
i cittadini ad adottare i buoni comportamenti con scelte anche radicali
i cui risultati siano raggiungibili anche in un orizzonte temporale
più lungo. Non bastano le campagne di comunicazione per sensibilizzare
l’opinione pubblica: sono solo l’espressione di buoni
propositi che, in assenza di misure pratiche, rischiano di restare – appunto – soltanto
pii desideri.
Anche, e soprattutto, l’amministrazione comunale e le sue partecipate
devono svolgere bene il proprio ruolo, non soltanto attraverso la migliore
organizzazione e gestione della raccolta differenziata ma anche
incentivando,
ad esempio attraverso riduzioni sulla tassa di smaltimento dei
rifiuti,
coloro che con i loro corretti comportamenti aiutano a raggiungere
l’obiettivo comune. Con un incentivo, anche piccolo,
si legherebbero i comportamenti corretti dei cittadini ai minori
costi, economici ed ambientali, che conseguirebbero ad una raccolta
differenziata più spinta e si motiverebbero i disagi che i
cittadini devono affrontare per svolgerla.
Insomma non basta soltanto genericamente appellarsi
alla buona volontà dei singoli, ma occorre premiarli per
i loro comportamenti “virtuosi”, soprattutto se si
vuole convertire alla differenziata coloro che oggi, per semplice
pigrizia o reali difficoltà pratiche, non sono sensibili
a questa esigenza.
In una città come Novara, che conta oltre 100.000
abitanti, si è riusciti in soli tre anni a passare da una
percentuale di differenziata del 20% ad oltre il 68%. Tutto questo
senza maggiori costi per il servizio, anzi creando 20 nuovi posti
di lavoro. Questo è solo un esempio che, con la buona volontà ed
il contributo di tutti, cittadini ed istituzioni, anche obiettivi
ambiziosi sono raggiungibili. Ma le scelte sono state energiche:
con la totale raccolta porta a porta sono scomparsi dalle strade
tutti i cassonetti, liberando spazi urbani e con notevoli benefici
estetici. E sono molte altre le città, grandi e piccole, che
hanno sperimentato metodi e politiche in questo senso: ed i risultati
non sono mancati.
Genova è ancora molto indietro su questa strada,
ma qualche volta non arrivare primi può anche essere un
vantaggio:
si analizzano e valutano le numerose e diversificate esperienze degli
altri e, dove se ne individuino i punti deboli, si possono persino
migliorare.
Bisogna che tutti contribuiscano a questo importante
obiettivo: proviamoci!