
PREMESSA
Nel 2007 mi sono candidata al Comune come indipendente nella lista dei Verdi.
In quell'occasione avevo creato un sito, questo, per far conoscere le mie idee e proposte sui temi di cui avevo una maggiore competenza e
dei quali avrei voluto ocuparmi se fossi stata eletta.
In occasione della mia ricandidatura alle elezioni Comunali 2022 ho quindi pensato di riaffrontare gli stessi temi, aggiornandoli dove necessario.
Rileggendo le varie pagine, però - e me ne sono stupita io stessa - mi sono accorta che tanta parte di
quanto proponevo nel 2007, soprattutto sul tema dei centri per il riuso e della raccolta differenziata,
resta praticamente del tutto valida e di attualità, tanto che ne ho riportato integralmente alune sezioni.
Siamo praticamente allo stesso punto di 15 anni fa... e questo è certamente un problema.
Ci sono moltissimi concittadini che si pongono gli stessi miei obiettivi: occorre raccoglierne, coordinarne ed indirizzarne
le forze per rivolgersi alle esigenze e alle emergenze attuali e, in proiezione, affrontare quelle future,
individuando anche le scelte più corrette da fare a beneficio delle nuove generazioni.
Per riuscirci bisogna però orientare con energia le scelte dell’amministrazione
della nostra città e il modo migliore per farlo è quello di farne parte:
per questo chiedo il vostro voto.
So che non sarà facile, ma non sarei certamente da sola: comunque, se ci si crede, bisogna sempre provarci!
E siamo sempre in tempo, infatti come dice un proverbio cinese:
Il momento migliore per piantare un albero era 20 anni fa.
Il secondo miglior momento è ora.
Se vi interessa il mio punto di vista sui vari argomenti, vi invito a leggere gli approfondimenti.
Se volete, contattatemi via e-mail per
domande o suggerimenti. Mi saranno utili anche nel futuro.
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Genova è nota, nel bene e nel male,
come la città del risparmio: ma è proprio così?
Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti non si direbbe proprio!
Nei primi anni '70, Italo Calvino, con grande lungimiranza, aveva incluso tra le sue Città Invisibili, quella di
Leonia,
un luogo immaginario (ma poi, non così tanto!), così descritto:
"La città di Leonia rifà se stessa tutti i giorni (...) Sui marciapiedi, avviluppati in tersi sacchi di plastica, i resti di Leonia d'ieri
aspettano il carro dello spazzaturaio. Non solo i tubi di dentifricio schiacciati,
lampadine fulminate, giornali, contenitori, materiali d'imballaggio, ma anche scaldabagni, enciclopedie, pianoforti, servizi di porcellana:
più che dalle cose di ogni giorno che vengono fabbricate vendute comprate, l'opulenza di Leonia si misura dalle cose che
ogni giorno vengono buttate via per far posto alle nuove.
Tanto che ci si chiede se la vera passione di Leonia sia davvero come dicono il godere delle cose nuove e diverse, o non piuttosto l'espellere,
l'allontanare da sé, il mondarsi d'una ricorrente impurità.
Certo è che gli spazzaturai sono accolti come angeli, e il loro compito di rimuovere
i resti dell'esistenza di ieri è circondato d'un rispetto silenzioso, come un rito che ispira devozione, o forse solo
perché una volta buttata via la roba nessuno vuole più averci da pensare. (...)
Il risultato è questo: che più Leonia espelle roba più ne accumula; le squame del suo passato
si saldano in una corazza che non si può togliere; rinnovandosi ogni giorno la città conserva tutta se stessa nella sola
forma definitiva: quella delle spazzature d'ieri che s'ammucchiano sulle spazzature dell'altroieri e di tutti i suoi giorni e anni e lustri."
Forse Genova non è Leonia, ma che i rifiuti costituiscano da anni un problema reale nessuno lo può negare. E questo soprattutto dopo l'emergenza del
2014, anno in cui, a causa della tracimazione delle vasche del percolato e conseguente chiusura della discarica di Scarpino da parte della Magistratura,
siamo stati costretti a conferire per vari anni i nostri rifiuti indifferenziati (circa il 65% di quelli prodotti,
visto che a Genova la differenziata è da anni ferma a circa il 35%!) fuori Regione, con ingentissimi costi a carico della collettività
(circa due milioni di euro al mese, esclusi i costi di trasporto, almeno 100 milioni di euro in 4 anni!).
E la carenza, per non dire l'assenza, di impianti di compostaggio, di riciclo e di trattamento sul nostro territorio, come pure la scarsa raccolta separata della frazione
organica hanno sicuramente aggravato il problema in maniera non trascurabile.
La
riapertura della discarica nel 2018, non ha - di fatto - radicalmente alleggerito la situazione: le nuove normative intervenute nel frattempo
imponevano, infatti, che i rifiuti avrebbero dovuto essere inertizzati,
per ridurne il carico inquinante, prima di essere conferiti in discarica.
Questo, in assenza di impianti di trattamento in loco, ne ha quindi reso necessario il trasporto presso impianti esterni (a La Spezia)
per poi essere riportati a Scarpino dopo il trattamento, con impatti ambientali e costi legati alla movimentazione e al trasporto
certamente non trascurabili.
A prescindere dall'emergenza,comunque, il dover rispondere agli adempimenti normativi, ma anche l'obiettivo di minimizzare gli impatti economici, ambientali e sociali che si riflettono sui cittadini genovesi, obbligano l'amminisrazione pubblica a realizzare sul territorio alternative realistiche ed efficienti alla discarica (non dimentichiamo che la
quota massima di rifiuti conferibili in discarica
è stata limitata al 10% al 2035!).
L'approccio dell'amministrazione alla gestione dei rifiuti dev'essere sistematico, articolato e pienamente in accordo alla gerarchia europea e
nazionale, ponendosi come obiettivo prioritario la diminuzione del flusso dei rifiuti da avviare allo smaltimento, principalmnte attraverso
politiche di prevenzione e riuso e l'implementazione di un servizio di raccolta differenziata qualitativamente e quantitativamente idoneo, per cui andrebbe anche realizzata, possibilmente sul territorio, un'impiantistica idonea e finalizzata al massimo recupero.
Sul fronte della riduzione, l'amministrazione pubblica dovrebbe predisporre e organizzare luoghi fisici idonei dove rimettere in circolo i beni
riutilizzabili, denominati Centri per il Riuso, come indicato nelle linee guida per l'economia circolare.
A Genova, invece, dopo il crollo del ponte Morandi che ha distrutto il capannone di Campi che la ospitava,
la Fabbrica del Riciclo (realizzata nel 2007 a seguito di una mia proposta a Comune e AMIU) non è più stata
reintegrata - e parliamo di quasi quattro anni: evidentemente per questa amministrazione non costituisce una priorità!
L'applicazione della tariffa puntuale(dove al
di là di una piccola quota fissa, il cittadino paga solo per i rifiuti indifferenziati che realmente
produce), e, comunque, una più corretta associazione fra la tariffa da pagare e la quantità effettiva (e non stimata!) di rifiuti generati
dai singoli utenti, nonchè l'applicazione di forme più evolute ed efficienti di raccolta differenziata - come il
porta a porta - contribuirebbero fortemente
al raggiungimento dei risultati e all'efficientamento del servizio, con conseguente diminuzione dei costi e delle tariffe.
Ma, anche qui, ci vuole la volontà di farlo, anche sulla base di un'accurata analisi costi/benefici proiettata nel tempo.
Con queste ipotesi, ritengo che i cittadini genovesi satebbero incentivati a impegnarsi per fare qualche ulteriore
sforzo per produrre meno rifiuti (ad esempio cercando di limitare quanto possibile l'utilizzo di prodotti monouso, oppure rimettendo in circolo,
o riparando i propri oggetti) e per fare meglio la raccolta differenziata: ne beneficerebbero la nostra salute, il nostro ambiente, le nostre tasche.
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Genova ambisce, a ragione, a essere considerata da tutti una città bellissima:
ma è proprio così? e cosa le manca per esserlo veramente?
Un vecchio slogan di AMIU, diceva: "Genova è bella, pulita è ancora piu bella".
Addirittura nel 2004, anno in cui Genova è stata la capitale mondiale della cultura, lo slogan era: "Genova è bella, pulita è un capolavoro!".
Ed è proprio così, estendendo il concetto di bellezza a quello più ampio di vivibilità.
Dobbiamo quindi tendere al massimo miglioramento dell'ambiente in cui viviamo, ponendoci come obiettivo primario non solamente la pulizia, ma
la qualità dell'aria, il miglioramento della diversità e della quantità del verde cittadino, e,
fatto non secondario, il recupero dal degrado, dall'incuria, dal disuso e dall'abbandono di larghe parti della città.
E tutto questo non soltanto a beneficio di chi nella città ci abita (che ovviamente è importantissimo), ma anche di chi frequenta Genova come turista o potrebbe
desiderare di venirci stabilmente a vivere.
Data la dichiarata vocazione turistica della nostra città anche la bellezza e la pulizia giocano un grande ruolo per accrescere l'attrattività
dei luoghi e ogni impegno in questa direzione sarebbe ampiamente ripagato, in tutti i sensi.
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